domenica 8 giugno 2014

Tempo inaspettatamente libero


Venerdì avevo una visita medica in ospedale e, dato che l'ultimo giro di vite sui diritti dei dipendenti non ci permette più di fare le visite in orario di lavoro senza dover recuperare le relative ore non lavorate, mi sono presa l'intera giornata di recupero. Del resto ho circa 30 ore di straordinario non retribuite che perderò se non ne usufruisco entro fine mese. 
La visita era alle 8.30, tra i vari tempi di attesa ho finito alle 10.00 circa.
Era una bellissima giornata di sole e ne ho approfittate per fare quello che non riesco a fare mai: una passeggiata senza meta e in tutta calma per il centro di Bologna. 
Sono stata alla galleria ONO per vedere la mostra fotografica Serge Gainsbourg e Jane Birkin
C'ero solo io, ho letto tutte le didascalie e mi sono soffermata su ogni foto tutto il tempo che volevo.
Poi ho preso un caffè al bar della galleria ed ho ripreso la mia passeggiata tra i portici e piazza maggiore.
L'atmosfera di una mattina di sole in un giorno feriale a Bologna ha un sapore quasi di altri tempi.
Nella piazza dell'orologio ho incrociato una lunga fila di turisti che seguivano una ragazza con l'ombrellino.
Per un attimo mi sono sentita turista anch'io nella mia città.
Mi sono soffermata tra i vicoli intorno a piazza maggiore, scoprendo angoli che non ricordavo.
E' strano come, a volte, per riassapore il sapore della vita e' necessario scappare dalla propria quotidianità pur restandoci. 




Autonoma

Ci sono momenti in cui sono del tutto insofferente, anche a me stessa.
Non mi sopporto, figuriamoci se ho voglia di sopportare gli altri. 
Quindi decido di fare quello che voglio fare da sola, in piena autonomia.
Alla fine, quasi sempre, mi do' ragione.


martedì 3 giugno 2014

Il tempo che vorrei

Noi siamo il modo in cui decidiamo di riempire il nostro tempo, ma se non possiamo decidere noi, del nostro tempo, allora altri decidono per noi quello che siamo.
Questo purtroppo inevitabilmente accade.
Basta pensare al tempo che dedichiamo al lavoro, ci pagano, forse male, forse poco, ma ci pagano. Ma non ci possiamo permettere il lusso di non lavorare, solo pochi possono. 
Così consumiamo la nostra vita e sacrifichiamo quello che siamo in un tempo che non ci appartiene e che non è più il nostro, ma di qualcun'altro.
Vorremmo tempo, ma saremmo poi noi, profondamente noi, in un tempo realmente libero, fuori dai contesti soliti in cui siamo abituati ordinariamente a vivere?