Quando c'ero io era sempre sorridente, perché le davo un nuovo senso alle giornate ed io ricambiavo i suoi sorrisi con baci e abbracci affettuosi perché le volevo bene e annusavo il suo odore di mamma rincorrendo un po' il sapore dell'infanzia.
Mia madre se ne andò in fretta senza lamentarsi soffrendo in silenzio, senza chiedere niente, un po' come era vissuta.
Mio padre, che sta combattendo con la leucemia da circa un anno, si lamenta di continuo, quando ha le crisi blastiche comincia a sudare copiosamente fino a bagnarsi dalla testa ai piedi, e in quei momenti urla contro il cielo e dice di voler morire. Io cerco di consolarlo, gli asciugo il sudore con diversi asciugamani e poi quando finalmente la crisi di sudore finisce lo cambio dalla testa ai piedi.
Per consolarlo gli dico che ha vissuto in buona salute per quasi novant'anni e che dovrebbe cercare di vivere bene i momenti di pausa dalle crisi, che e' accudito dalle figlie e ognuno fa quello che può per farlo star meglio.
Non sembra servire molto, ma non si può fare di più.
Ho vissuto dieci giorni di ferie tra inferno e purgatorio.
Il purgatorio erano i momenti fuori di casa tra una mattinata al mare con la nipote e una passeggiata con mia sorella e il suo cane, e qualche momento di tregua con mio padre.
L'inferno erano i momenti in casa con le crisi di sudorazione di mio padre.
Oggi vivendo tutto questo sono grata al destino di non aver avuto figli, così nessuno dovrà occuparsi di me quando starò male, anche se spero ovviamente di avere una morte quasi fulminea.
Vorrei andarmene in silenzio come mia madre.